Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)
In quest’ultimo decennio è aumentato l’interesse per lo studio delle interazioni sociali e per una maggiore comprensione della vita delle popolazioni di cavalli allo stato selvatico. Come spesso accade l’aumento dell’attenzione verso l’etologia degli Equidi è stata stimolata da interessi economici. L’ambiente sportivo ha compreso come una gestione degli animali che tenga conto delle esigenze sociali del cavallo aumenti notevolmente le prestazioni atletiche. Se la ricerca è comunque incentrata su un’applicazione dei risultati in favore del cavallo domestico, essa si basa sulla comprensione della struttura sociale del cavallo allo stato selvatico. Quindi sebbene la spinta motivazionale della conoscenza del cavallo in natura nasca dalle esigenze delle applicazioni sportive, ciò non toglie che procuri strumenti sempre nuovi per la gestione delle popolazioni selvatiche.
Ad esempio per introdurre un nuovo individuo in un gruppo al pascolo, in ambiente di scuderia, è necessario conoscere la struttura sociale. Tale conoscenza permette di inserire o togliere gli animali minimizzando il disturbo sull’intero gruppo ed evitando aggressioni.
Nel caso di cavalli selvatici, potendo prevedere i movimenti sul territorio, è possibile influenzare l’uso dello spazio adattandolo alle esigenze umane.
In definitiva la conoscenza dell’organizzazione sociale è utile sia per la gestione dei cavalli domestici che per quella dei cavalli allo stato libero.
Le popolazioni dei cavalli sono organizzate in gruppi.
All’interno delle popolazioni di cavalli raramente si osservano individui solitari, essi tendono ad organizzarsi in gruppi di cui esistono principalmente due forme: il branco natale ( o branco famigliare,o branco di origine) e il branco di scapoli ( Keiper & Houpt, 1984 ).
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