L’udito del cavallo

Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)

L’udito nel cavallo è un senso molto ben sviluppato. Il padiglione auricolare ha una forma ad imbuto che convoglia i suoni all’interno dell’orecchio. Le orecchie possono muoversi insieme o indipendentemente l’una dall’altra permettendo al cavallo di concentrasi contemporaneamente su due sorgenti sonore. Possono inoltre essere mosse su un arco di 180° e quando sono portate schiacciate all’indietro il canale auricolare è quasi completamente chiuso e ciò determina una marcata diminuzione della capacità uditiva. Infatti, in risposta a rumori molto forti il cavallo può abbassare il padiglione completamente indietro per proteggersi dal fastidio.

Osservare il posizionamento del padiglione auricolare ci aiuta a decifrare la direzione in cui è focalizzata l’attenzione del cavallo. Indicazione utilizzata anche dai cavalli in gruppo che possono avere la vista coperta dalla presenza del corpo dei compagni.

La capacità di localizzazione della provenienza di un suono nel cavallo non è molto precisa. Il suo sistema uditivo è in grado infatti di individuare la sorgente sonora in uno spazio approssimativo di 25°. Il rilevamento può avvenire però anche a grande distanza: questi animali sono in grado di percepire rumori deboli provenienti da una distanza di 4.400 metri (valore medio).

Esiste una correlazione tra l’ampiezza della fovea (regione centrale della retina che permette una massima acuità visiva) e la capacità di localizzazione dei suoni. Più si riesce a vedere bene da lontano meno si ha necessità di localizzare in maniera precisa la sorgente sonora con l’udito. Il cavallo ha una buona visione nitida nella parte centrale orizzontale della retina che compensa la carenza di precisione del sistema uditivo.

Più alta è la frequenza delle onde sonore più viene percepita come suono acuto, mentre più bassa è la frequenza delle onde più la tonalità del suono è bassa. La frequenza delle onde viene misurata in Hertz (Hz). Il range di individuazione dei suoni nell’uomo va dai 20Hz ai 20kHz mentre il cavallo è in grado di sentire suoni con frequenze da 60Hz a 33,5kHz. Quindi i cavalli hanno anche una grossa capacità di rilievo degli ultrasuoni ma non sono in grado di sentire tonalità più basse, udibili invece dall’uomo. La tonalità più frequente dei nitriti, e anche della voce umana, ricade proprio nel range ottimale di percezione del cavallo che è compreso tra i 2kHz e i 5kHz. La nostra voce costituisce quindi un elemento molto attendibile per riconoscerci. L’abilità di percepire i suoni ad alta frequenza diminuisce in modo marcato negli animali anziani.

Tratto da:Il mondo sensoriale del cavallo, www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_81_allegato.pdf

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