Dott.ssa Paola Lovrovich (Etologa)
“Mantenimento” è un termine che descrive un’insieme di comportamenti necessari per mantenere l’omeostasi dell’animale. Questa rappresenta la condizione fisiologica ottimale per il benessere dell’individuo. L’omeostasi dell’organismo è anche conseguenza dell’adattamento all’ambiente . Quindi il comportamento di auto-mantenimento del cavallo è la base della sua salute. Le attività coinvolte in questo comportamento sono: reazione agli stimoli, ingestione, cure del corpo, movimento, esplorazione e riposo. Sono tutte attività che contribuiscono a determinare le buone condizioni fisiche e psichiche del cavallo. Nel loro insieme, le attività di mantenimento danno origine alla maggior parte dei comportamenti specie-specifici del cavallo. Per questo la valutazione del comportamento di mantenimento può servire a stabilire se i cavalli sono gestiti in modo corretto.
Queste attività rientrano in moduli specifici che si possono verificare nel tempo con cadenza regolare o in seguito a necessità momentanee.
Assieme ai comportamenti che influiscono strettamente sulle condizioni fisiche degli individui, nelle attività di mantenimento si devono considerare anche quei comportamenti che determinano la serenità sociale e comportamentale dell’individuo.
Fraser (1992) definisce due livelli di comportamento. Tra le diverse categorie primarie degli atti di mantenimento nei cavalli, la reazione e l’ingestione sono probabilmente quelle fondamentali per la sopravvivenza. Ogni cavallo provvede alle proprie necessità attraverso l’alimentazione, la lotta e la fuga. Queste attività vengono provocate da motivazioni prioritarie, per questo definite come comportamenti di omeostasi del primo ordine. Il livello di secondo ordine è rappresentato da cinque classi generiche di comportamento – cure del corpo, esplorazione, territorialismo e riposo – che sono comunque di grande importanza per il cavallo.
L’omeostasi è stata definita come “il mantenimento della variabilità del corpo in uno stato costante per mezzo di azioni regolatorie fisiologiche o comportamentali” ( Fraser, 1992 ).
Tutte le reazioni comportamentali del cavallo, inclusi i comportamenti di mantenimento dipendono da stimoli. Gli stimoli sono recepiti da tutti gli organismi attraverso i sensi. Quindi variano dall’attività riflessa a livello del midollo spinale a reazioni basate sulla conoscenza sensoriale elaborate a livello corticale.
Ordine di rango omeostatico | Classe comportamentale | Funzione nel well-being |
1 | Reattività/risposta | Autodifesa, tattiche di attività agonistica, adattamento |
2 | Ingestione | Alimentazione in tutte le sue forme, pascolo e abbeveraggio |
3 | Cure corporee | Postura, attività escretoria, termoregolazione, cura del mantello |
4 | Riposo e sonno | Sonnolenza, sonno, riposo, inattività |
5 | Movimento | Abitudini di movimento |
6 | Esplorazione e distribuzione sul territorio | Attività investigativa, ricerca di luogo di riparo |
Tab. 1 Elenco dei comportamenti di mantenimento e benessere nei cavalli in ordine di priorità. (Fraser, 1992).
Categoria comportamentale | Caratteristiche omeostatiche | Valori per il mantenimento | Ruoli nel benessere | |
Breve periodo | Lungo periodo | |||
Lotta | Aggressività, azioni agonistiche e gioco | Autoaffermazione | Soppressione dei competitori | Controllo delle risorse di vario tipo |
Fuga | Ritiro da sottomissione | Evitare situazioni di minaccia | Autoprotezione | Sicurezza dell’individuo e Stabilizzazione delle gerarchie sociali |
Alimentazione | Ricerca, selezione e ingestione di ciboConsumo di acqua | Automantenimento in risposta alle necessità primarieAutosufficienza nei fabbisogni nutritivi | Ingestione fino al riempimentoSoppressione dello stimolo di fame | Sviluppo corporeoAccumulo di riserve |
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